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ph Dario Bonazza | Lara Virgulti | Guido Calamosca

siegfried

by and with Francesco Marilungo

Set Design and Costumes Francesco Marilungo

Light and Music Design Francesco Marilungo

duration 20′

“Siegfried” has been selected by Anticorpi-XL network for the Italian Young Dance Showcase in Ravenna – September 19th-21st, 2014.

“Siegfried” is co-produced by INTEATRO Residenze and AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali and supported by COMPAGNIA ENZO COSIMI.

The work stems from the mythopoietic analysis of “Swan Lake” ballet which can be considered a real initiation journey of the solar hero into his “dark”, feminine side.
Prince Siegfried moves within a field of forces generated by three poles: the throne, the lake and the swan-woman.

Linked to the throne by the pleasures and the responsibilities arising from his social status, attracted by the lake, archetypal symbol of the subconscious and place where to find the primitive identity, he finally yields to the force exerted by the “Loathly Bride”, the half woman and half animal being, the swan-woman. In this way the solar hero, fire, joins to his opposite, water, the Moon. Prince Siegfried unconsciously aims at perfection, at completeness meant as union of opposites. Such a state can be achieved only through the sacrifice, through the acceptance of his own dark side. The hero facing the descent into the lake to join with the heroine, undertakes a journey towards the subconscious and becomes an androgynous, assimilates his feminine side.

In “Swan Lake,” hero and heroine are merely two aspects of the same entity, representing our two selves, “Immanent Spirit” and Soul: Eros and Psyche.

Laura Bevione, Amori e altre catastrofi sulle scene di Interplay, Hystrio 2o15 Luglio-Settembre

[…] Adotta un linguaggio più squisitamente simbolico ed evocativo ma non meno efficace e coerente Francesco Marilungo, ex ingegnere scopertosi danzatore – è presenza fissa negli ultimi spettacoli di Enzo Cosimi. Il suo Siegfried è un’onirica visione dell’omonimo protagonista maschile del balletto Il lago dei cigni in uno spazio scenico circoscritto da tre elementi – il trono, il lago e la donna-cigno – che corrispondono alle tre forze verso cui è attratto il biondo eroe, si muove l’alta e slanciata figura di Marilungo. Costretto quasi a strisciare sotto il metaforico peso della lunga parrucca bionda, il danzatore assapora un effimero sollievo sul suo trono per poi immergersi nel lago, un enorme secchio colmo di nera pece. E di quella cupa materia si spalma l’inquieto Siegfried, deciso a esplorare la parte più oscura e nascosta di sé. Uno spettacolo concentrato ed ipnotico, che rivela un talento autentico, per originalità del linguaggio e forza della presenza scenica.

 

Marco Bosetti, Siegfried, Krapp’s Last Post, 16 Luglio 2015

Essenziale e cruda già nell’allestimento, la breve performance di Francesco Marilungo “Sigfried”, presentata al festival Interplay, crea un universo immaginario in cui nessuno dei pochi elementi presenti in scena (una lampadina appesa, una sedia a dondolo bianca e un grande catino in cui il performer s’immerge e riemerge invischiato di un liquido nero che ricorda il petrolio) sembra casuale o puramente decorativo. E’ una dimensione intima e lucidamente distorta, in cui il danzatore ci appare solo e chiuso in sé. Una luce dura e tagliente colpisce gli oggetti scenici trasformandoli in presenze simboliche viventi, apparizioni strappate dal buio di una coscienza frammentata e in frammentazione, in cui l’io vaga come un corpo vibrante ed evanescente. Ogni figura appare in sé e nella propria ombra, a sottolineare fin da subito l’idea di dualismo che caratterizza tutta l’opera. La nebbia sonora che fa da sottofondo sembra permeare il corpo del danzatore che, scosso da sincopati spasmi, si mostra celato dai capelli biondi di una parrucca, elemento che sembra fondersi col volto diventando una sorta di maschera rituale tramite cui spogliarsi dell’identità. Le lampadine al tungsteno che pendono dal soffitto sembrano portarci in un luogo slegato dal tempo; la luce calda che proiettano è in netto contrasto col buio imperante, e sembra parlarci di una dimensione d’introspezione, un monologo mentale nei silenzi cigolanti dell’interno di una camera da letto o di un bagno, luoghi prediletti dell’intimità. Quando Marilungo si abbandona sulla sedia a dondolo, cullandosi nell’oscillio ritmico che caratterizza quest’oggetto quotidiano, sembra essere un corpo in attesa della formazione, senza appartenenza sessuale, come un feto prima della discesa delle gonadi; quasi il cammino che il corpo compie prima ancora del formarsi della mente. Nella fase finale dello spettacolo il danzatore arriverà ad immergersi nella tinozza contenente un denso liquido nero, traduzione materica del buio, magma in cui ogni forma è annullata o ribaltata. Il danzatore si cosparge del liquido, dalla tinozza estrae poi una seconda parrucca grondante, che indossa creando quasi una seconda pelle a coprire l’intero corpo. Il cambio d’identità non si rivela salvifico o definitivo, lasciata la tinozza si muoverà incerto, scivolando e crollando al suolo, precipitato nella mutezza e nel buio dal quale era fuoriuscito; lo spettacolo potrebbe allora ricominciare dall’inizio come un sogno ricorrente, o scorrere all’indietro. “Siegfried” è un tuffo negli abissi dell’inconscio, un discorso di ombre su cui i lumi della ragione, come le lampadine in scena, non possono far luce.

 

Silvia Poletti, AAA Autori di Danza Cercasi. Citofonare Anticorpi XL, DelTeatro, 27 Settembre 2014

Ci sono dei performers interessanti, […] la presenza forte e truculenta di Francesco Marilungo: nel suo incubo dettato dal Lago dei Cigni- ci rivela forse l’indicibile frustrazione di molti?

 

Carmelo Antonio Zapparrata, Giovani danz’autori in vetrina, Arte e Arti, 27 Settembre 2014

Degno di nota anche Francesco Marilungo in Siegfried, assolo incentrato sulla figura del principe de Il lago dei cigni, dove tra toni dark e evocazioni dal sapore animalista, il confronto con i classici del repertorio tiene ancora banco.